SCRIVERE GIALLO – APPROFONDIMENTI – La scena del crimine

LA SCENA DEL CRIMINE

(prima parte)

ERRORI IN AGGUATO

Un po’ di tempo fa un amico, scrittore ed ex poliziotto, ci faceva notare quanto spesso i gialli  nostrani pecchino di inesattezze, se non di veri e propri errori marchiani, in merito non solo alle procedure, ma anche alle competenze, alle figure di riferimento, a ciò che si può fare o non fare e via dicendo. Spesso si attribuiscono funzioni sbagliate, addirittura si confondono polizia e carabinieri, si accorda un raggio d’azione del tutto irrealistico agli investigatori privati o, peggio ancora, agli ‘investigatori per caso’, si rischia l’approssimazione quando si affrontano argomenti tecnico-scientifici, oppure nella descrizione dell’uso delle tecnologie, della prassi e dei metodi  investigativi.

Premesso che una fiction è, per definizione, un’opera di finzione in cui ciò che conta è prima di tutto la struttura drammaturgica, è anche vero che non dobbiamo mai dimenticare l’importanza della verosimiglianza. Se quindi approfondiamo i contenuti di ciò che costituisce la materia prima delle nostre storie sarà meno probabile incorrere in errori più o meno grossolani che provocano l’irritazione o l’ironia degli addetti ai lavori.

Raggiungere l’equilibrio tra le regole della drammaturgia e la credibilità è un’impresa che mette a dura prova chi scrive, lo sanno bene gli sceneggiatori come noi che spesso devono barcamenarsi in complicate acrobazie tra l’incudine dei consulenti e il martello del regista (che comunque avrà l’ultima parola). Ma siamo convinte che bisogna provarci e cercare di ottenere il compromesso migliore. E questo vale anche quando si scrive un romanzo.

Perciò abbiamo deciso di offrirvi una serie di approfondimenti frutto della nostra esperienza, anche a seguito di errori commessi per ingenuità o scarsa conoscenza della materia.

First things first: cominciamo con la scena del crimine. Che cos’è? Come si comportano le forze dell’ordine e gli altri attori autorizzati per non alterarla? Cosa può essere considerato una prova? Quali metodi si utilizzano per la raccolta delle prove? Cosa significa congelare la scena del crimine?

SCENA APERTA E SCENA CHIUSA

Una scena del crimine è il luogo fisico dove si è verificato un reato, che fornisce all’investigatore informazioni sul crimine che è avvenuto.  Può essere apertauna strada, un giardino, un bosco, un cantiere etc. - o chiusaun appartamento, un ufficio, un negozio, una macchina, etc.  Non necessariamente dev’essere il luogo dove è avvenuto un omicidio, può anche trattarsi di una rapina o di un furto.

L’esame della scena del crimine prevede quindi un’analisi svolta grazie alla tecnologia scientifica per preservare e ottenere le prove di un reato.

Teniamo presente che:

  • La scena aperta rischia maggiormente di essere alterata, anche perché è probabile che ci siano persone non autorizzate.
  • Fenomeni atmosferici quali pioggia, neve, vento, sole possono deteriorare una scena aperta.
  • La scena chiusa è meno esposta al rischio di contaminazioni e quindi più protetta.
  • Il colpevole potrebbe essere presente sulla scena aperta e su quella chiusa o potrebbe tornarci.

 

IL PRINCIPIO DI INTERSCAMBIO DI LOCARD

Edmond Locard era un criminologo francese del XIX secolo che stabilì un principio ancora oggi fondamentale nelle analisi della polizia scientifica: quando due cose vengono in contatto tra loro si attua uno scambio, quindi ognuna lascerà e porterà via qualcosa. Pensiamo a un’impronta sul terreno: sulla terra rimarrà l’impronta della scarpa, sulla scarpa tracce di terra.

Ma non sempre le cose sono così semplici e visibili a occhio nudo e sono necessarie determinate apparecchiature per individuare l’interscambio avvenuto, come la polvere per evidenziare le impronte digitali, il luminol per le tracce di sangue, il crimescope (lampada a lunghezza d’onda variabile) per scoprire altre eventuali tracce biologiche. Per estensione del ragionamento, l’autore del reato avrà lasciato qualcosa sulla scena del crimine (p.e. DNA, impronte digitali o dentarie, fibre tessili) e qualcosa sarà rimasta addosso a lui.

Entrare sulla scena di un crimine, per quante precauzioni si possano prendere, significa comunque alterarla. Ma è bene tener presente che, con metodo e con determinati accorgimenti, è possibile   riuscire a preservare la maggior parte delle tracce.

Ecco alcune indicazioni che ci saranno utili quando ci troveremo a descrivere gli interventi e i movimenti dei nostri investigatori sulla scena del crimine.

  • Si deve camminare rasente ai muri, evitando di passare per la strada più veloce. Il tempo che si impiega è più o meno lo stesso ma così facendo si possono preservare le prove.
  • È fondamentale fare foto e video della scena e del momento preciso dell’ingresso degli investigatori sulla scena, in modo da avere una documentazione dello stato di luoghi, persone e cose.
  • In particolare è importante documentare:
  • se le luci erano accese o spente
  • se le porte e le finestre erano aperte o chiuse
  • se le serrande/imposte/tapparelle erano aperte/chiuse o abbassate/alzate

COSA COSTITUISCE UNA PROVA

Come abbiamo detto, ogni contatto lascia una traccia. Può essere il contatto tra persone, di una persona con un veicolo, un luogo o un oggetto etc. La scientifica identifica queste tracce e le analizza per riuscire a ricostruire gli eventi.

Le prove su una scena del crimine possono essere:

  • Campioni biologici come il DNA estratto da sangue, liquido seminale o saliva, imporonte digitali o di altre parti del corpo, urina, denti.
  • Fibre, come particelle di materiale strappate da un pezzo di stoffa.
  • Foto, video, disegni.
  • Prove documentali come ricette, biglietti di viaggio, estratti conto bancari, scontrini, ricevute e via dicendo.