Tiramisu di Nora

Roccafitta.

Dedica Giulia BeymanL’estate si sta facendo aspettare. Temporali improvvisi, la temperatura che scende e la noia delle giornate che non passano mai. Per ingannare il tempo decido di preparare delle tagliatelle. Quando all’improvviso sento le campanelle della porta d’ingresso. Mi affaccio dalla cucina per vedere chi sia. Davanti a me c’è una bella donna. Capelli corti un po’ mossi. Occhi grandi. Profondi. E una voce dolcissima. E’ sola. Timidamente mi chiede se si può mangiare. L’accolgo con un sorriso e la accompagno al mio tavolo preferito, quello vicino alla vetrata, da dove si vede tutta la valle, fino al mare. Più la guardo, più il suo viso mi sembra familiare, ma non so perché. Mi chiede cosa c’è di pronto e le illustro il menù, consigliandole gli Gnudi, il piatto di mia madre.

«E’ una ricetta tipica di queste parti, gnocchi di spinaci con ricotta, se li prova li amerà. Li ho appena fatti.» Ometto che, nella noia, ho anche preparato le tagliatelle, le zucchine ripiene e l’arista in salsa di prugne. Mi piace l’idea di condividere con lei una ricetta della mia infanzia.

«Li conosco, mi piacciono moltissimo, da bambina ne ero ghiotta» risponde e subito conquista il mio cuore.

Corro in cucina a preparare qualche stuzzichino per ingannare l’attesa e continuo a chiedermi perché ho l’impressione di averla già vista. Nel frattempo affetto qualche salume e una caciottina fresca. Poi mi ricordo: l’articolo su internet! Controllo sul cellulare. Lo stesso sguardo intenso, quel sorriso timido: è lei. Torno in sala e, servendole gli affettati sul tagliere, le chiedo:

«Lei è Giulia Beyman, vero?»

Mi guarda e annuisce con un sorriso.

Giuia Beyman«Scusi se la disturbo, ma sono una sua grande ammiratrice. Ho letto tutti i suoi libri. Adoro Nora, è un personaggio così umano, è impossibile non riconoscersi in lei. Volevo farle i miei complimenti.» Arrossisce leggermente e mi ringrazia. Cominciamo a chiacchierare e, dopo mezz’ora, mi sembra di conoscerla da sempre. Giulia si guarda intorno e, dato che non è arrivato nessuno, mi propone di sedermi al suo tavolo.

«In realtà non amo mangiare da sola, ma sono appena arrivata» mi dice. Poi aggiunge:«Ti dispiace se ci diamo del tu? Il lei è così formale…»

Non poteva farmi una proposta più gradita! Vado a prendere gli gnudi e li porto in tavola. Ho mille domande da farle, mi siedo e comincio subito: «Raccontami, come è nata la serie di Nora?»

Giulia sorride e mi spiega che lei faceva la sceneggiatrice e stava pensando ad una serie televisiva.

«… poi però andai al Women Fiction Festival a Matera e sentii i racconti delle autrici indipendenti americane e l’idea di scrivere un libro, di seguire tutto il progetto nelle varie fasi, iniziò a farsi strada dentro di me. All’epoca non esisteva ancora Amazon Italia, quindi dovevo pubblicarlo con il sito americano, ma questo non mi spaventava. La mia era un’idea folle, ma mi piaceva essere una pioniera.

Amavo quel progetto e volevo che fosse solo mio. Così scrissi “Prima di dire addio” e iniziai questa avventura. L’idea che con un click il mio libro potesse essere letto dall’altra parte del mondo mi sembrava entusiasmante.»

«La sensazione che ho avuto leggendo le tue storie è che Nora in un qualche modo resta legata a Joe. Come ti è venuto in mente di farli comunicare con le lettere dello Scarabeo? »

«Mi piaceva che ci fosse un rapporto con l’aldilà. Era un’idea che mi era venuta subito pensando a Nora, ma non volevo che la storia assumesse tinte troppo cupe. Poi una sera, giocando a Scarabeo, ho pensato “e se Joe le parlasse così?”»

La guardo ammirata, è una scrittrice famosa, eppure non si dà arie. Nella sua semplicità ti arriva dritta al cuore.

«Che effetto ti ha fatto sapere che qui in Italia avevi venduto più di Ken Follet e di Donna Tartt?»

Giulia ride, un riso sincero, schietto.

Giulia Beyman 2«La verità? L’ho trovato imbarazzante. L’ho scoperto per caso su un sito e mi sono sentita come un’imbucata alla festa, non riuscivo a crederci. Certo, le buone notizie ti incoraggiano, ti spingono a fare meglio. Ma fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Io cerco continuamente di organizzarmi, faccio progetti, ma poi mi disorganizzo da sola. Ogni volta che scrivo un nuovo libro è come se fosse il primo, c’è la paura di come lo accoglierà il pubblico…»

Questa volta sono io a ridere. I suoi romanzi sono tutti molto appassionanti. Le parlo di Susan, la protagonista del secondo libro, “Luce dei miei occhi”. Di come l’idea di raccontare una donna che ha perso da poco la vista mi abbia colpito e scopro che anche lei l’ha amata molto.

«Ci sono personaggi che hai difficoltà a lasciar andare, Susan è stato uno di questi. E’ una donna forte, che ha paura di poter essere negativa rispetto alla figlia che ama e che per questo poi si trova in difficoltà. Diciamo che raccontare Susan è stata una bella sfida.»

L’ascolto affascinata.

«Posso farti una domanda indiscreta?» chiedo. Giulia annuisce. «Perché tu, che hai scelto l’autopubblicazione, poi hai scritto per la Rizzoli?»

Mi dice che una cosa non esclude l’altra. In America da anni esistono gli autori ibridi, ossia quelli che fanno ambedue le cose, ma lei preferisce chiamarli autori indipendenti, “indies”.

«Ci sono libri che seguono una strada, altri che hanno bisogno di un supporto cartaceo. Qui in Italia siamo un po’ indietro, un po’ provinciali. Sarebbe bello se si arrivasse a separare le varie parti di un contratto. Così sia gli editori sia gli autori potrebbero trarne vantaggi. Ma forse è presto per parlarne, siamo ancora in una fase di transizione.»

«Progetti nuovi?»

«Il 7 luglio uscirà “Word in the dark” con Amazon Crossing e sempre a luglio il quarto libro della serie, “La mia ragazza torna in città”, ma non ti svelo niente perché Nora ha in serbo delle sorprese per i suoi lettori. E poi, chissà, forse arriveranno anche le storie delle altre due sorelle De Feo.»

Il tempo è volato, il pranzo è finito, ma voglio lasciarle un ricordo speciale. Le chiedo di aspettarmi un attimo e vado in cucina a prendere la sorpresa. Torno e le servo quello che da oggi sarà il “Tiramisù di Nora.”

«Ho preparato del Tiramisù. Mi sono ricordata che è il tuo preferito» cito, ripensando alla scena fra Nora e Steve nel salone di casa di lei.

Giulia sorride e risponde pronta:

«Se mi tratti così bene, torno tutte le sere.»

Amo questa donna che si ricorda a memoria le parole dei suoi personaggi! E naturalmente spero che durante il suo soggiorno a Roccafitta torni a trovarmi…tutte le sere!

TIRAMISU DI NORA

(cuoca sopraffina che ha studiato la cucina italiana!)

Per sei persone

500 gr di mascarpone

6 uova

150 gr di zucchero

12 tazzine di caffè

500 gr di savoiardi

200 gr di cioccolato fondente

Preparazione

Tiramisù di NoraInnanzitutto preparate il caffè, quando si è raffreddato versateci dentro un po’ d’acqua. Prendete le uova, separate gli albumi dai rossi. Lavorate questi ultimi con lo zucchero, quando saranno spumosi aggiungete il mascarpone e mescolate bene. Montate le chiare a neve ben ferma e unitele al composto. Prendete una pirofila e fate uno strato con i savoiardi inzuppati nel caffè, versateci sopra un po’ di crema, poi un altro strato di savoiardi e altra crema. Mettete la pirofila in frigorifero e lasciatela almeno due ore. Prendete la cioccolata e tritatela ottenendo delle piccolissime scaglie. Cospargete il vostro Tiramisù con il cioccolato e servite in tavola.