La brutta e cattiva
Roccafitta.
Tornata domenica dalla Spagna. L’incontro con Mara è stato veramente stimolante e mi ha fatto venire voglia di leggere qualche altro racconto di quella serie di libri pubblicati da Emma Books. Curiosando sul web ne ho trovato uno in particolare che ha attratto la mia attenzione, s’intitolava La brutta e cattiva. La ricetta delle occasioni ritrovate di Viviana Giorgi.
Lo sapete, tutto ciò che riguarda la cucina mi attrae come una calamita. Se poi l’autrice ha un sito dove c’è addirittura una sezione dedicata ai cupcakes non potevo che approfondire! Et voilà mi ritrovo in una storia di quattro amiche, tutte diverse fra loro, con problematiche differenti e un epilogo in Versilia. Una commedia leggera, divertente che mi ha regalato un sorriso e una ricetta da provare al più presto. Ma non vi dico niente sul racconto perché dovete leggerlo, invece vi racconterò qualcosa sulla sua autrice. Tramite il suo sito (http://www.vivianagiorgi.it/) l’ho contattata e (incredibile ma vero!) era proprio in Toscana per qualche giorno di vacanza. Che ve lo dico a fare, l’ho subito invitata a venire a trovarmi qui a Roccafitta. E lei non si è lasciata pregare, il giorno dopo mi ha raggiunta al ristorante. Una bella signora, brunetta, con la quale ti senti subito a tuo agio. Le ho offerto un the aromatizzato alla menta e ci siamo messe a chiacchierare. Mi piaceva il titolo del suo racconto - La ricetta delle occasioni ritrovate - e così le ho chiesto come era nato.
«Come tutti i titoli mi è venuto in mente scrivendo, mentre la storia prendeva il sopravvento su di me. Ho pensato all’amicizia, a quattro donne che avrebbero potuto essere mie amiche, e che adesso lo sono; a come la loro vita, apparentemente invidiabile, avrebbe potuto cambiare proprio grazie all’amicizia, a un po’ di ironia, fiducia in se stesse e a una torta brutta e cattiva. In fondo, tutte noi abbiamo una occasione mancata chiusa nel cuore. Non sarebbe magnifico ritrovarla? Ritrovarla, crederci insomma, è il primo passo per renderla vera.»
« Un racconto su una ricetta, la passione per i cupcakes, immagino che tu sia una grande cuoca e che ami l’Inghilterra…»
« Grande cuoca è una parola grossa, ma adoro cucinare. Soprattutto i dolci. Amo molti aspetti della cultura anglosassone, sia inglese che americana, e i cupcakes, così belli e gioiosi da vedere, mi hanno affascinato al primo incontro. Danno serenità, come le coperte patchwork, o i cottage inglesi, o quelle casette bianche della provincia americana che fanno subito e vissero per sempre felici e contenti. Sono dolci molto semplici come base, poi sta alla creatività del pasticcere arricchirli di sapori e di decorazioni. Ora, non vorrei spingermi troppo in là, ma per me i cupcakes sono un po’ come i romanzi (se non addirittura come la vita). Sta a chi scrive dare al proprio lavoro un sapore delizioso e particolare e un aspetto gioioso e invitante.»
Lo so, sono sfacciata, ma le ho chiesto se le andava di aiutarmi a preparare qualche cupcakes per la sera. Cucinare insieme è sempre un piacere! E così ci siamo trasferite in cucina. Io mi sono occupata delle basi e lei della glassa. E fra uno sbaffo di farina e uno di cioccolato, Viviana mi ha raccontato della sua passione per la commedia.
«La commedia… La mia scuola è la commedia, da Plauto a Billy Wilder e Blake Edwards. La commedia sofisticata americana, che si fa molto di rado ora perché mancano attori e sceneggiatori in grado di sostenerne i tempi, è sempre nei miei pensieri quando scrivo, non lo nego. I suoi ritmi fantastici, la sua ironia sofisticata. E pensare che adesso vanno di moda storie tragiche, più sfighe si trovano fra le righe, più successo hanno i libri! È strano, no? In realtà fare ridere, o far sorridere, è molto più difficile che far piangere, te lo posso assicurare, mia cara Margherita. E non è detto che, tra un sorriso e una risata, non si possa parlare di argomenti importanti. Nei miei romanzi, che sono semplici commedie romantiche, con situazioni a volte un po’ folli e assurde, ho parlato di maternità, manie al limite della psicosi, rapporti difficili con i genitori, bullismo, paternità, speculazione edilizia, emancipazione femminile e altro ancora, e il tutto, se mi permetti il francesismo, senza rompere i maroni al lettore. Feeling good, è così che voglio che si senta il lettore quando mi legge, fino alla fine del libro. Spero che gli si stampi un sorriso sulle labbra al capitolo uno e che non smetta di sorridere sino alla parola fine. È un desiderio, sia chiaro, una ambizione, non certo una presunzione. Controlliamo se le basi sono pronte?»
«Ma hai sempre pensato di scrivere libri?» le ho chiesto mentre sfornavamo le basi per i cupcakes.
«Sì, credo di sì ora che mi ci fai pensare, ma ho incominciato a farlo solo da qualche anno, e solo perché mi faceva sentire bene, avevo un dannato bisogno di feeling good, insomma. Cucinare e scrivere, in fondo, ti danno la stessa sensazione di benessere, non sei d’accordo?»
Osservavo Viviana mentre parlava. Con grande precisione ha iniziato a metterela glassa al cioccolato nella tasca da pasticcere, poi ha preso un capcake e ha cominciato a guarnirlo con movimenti a spirale. Non contenta ha aggiunto uno spruzzo di panna e , dulcis in fundo, qualche lampone. Poi mi ha guardato, mi ha fatto l’occhiolino e mi ha detto:
«Vedi, Margherita, come con pochi tocchi (mai esagerare con le decorazioni!) si riesce a trasformare un po’ di biscotto soffice e ben lievitato in una meraviglia per gli occhi, oltre che per palato. È esattamente questo il risultato che vorrei ottenere quando scrivo. Ma com’è difficile!»
Stasera i miei ospiti avranno l’onore di assaggiare i cupcakes di Viviana Giorgi, una donna ironica, divertente e sagace , mentre io vi lascio con la ricetta della Brutta e cattiva , una torta tutta da provare per le occasioni ritrovate.
La brutta e cattiva
Ingredienti (per 8 o 9 persone)
250 gr di farina
250 gr di zucchero semolato
250 gr di zucchero
1 bustina di lievito
6 uova
un pizzico di sale
mandorle o nocciole tritate grossolanamente facoltative
zucchero a velo
Preparazione
Rompete le uova separando i tuorli dagli albumi.
In una ciotola sbattete i tuorli con lo zucchero sino a quando non diventeranno belli gonfi e spumosi.
Montate gli albumi a neve con un pizzico di sale (ricordatevi che non devono essere freddi).
Aggiungete delicatamente gli albumi montati ai tuorli, senza mai battere la spatola sul bordo della ciotola (per evitare che gli albumi si smontino).
Nel frattempo fate fondere il cioccolato e lasciatelo raffreddare. Aggiungete poco alla volta al composto il cioccolato fuso e la farina mescolata con il lievito e (dopo aver aggiunto le mandorle o le nocciole tritate) trasferite l’impasto in una teglia di 24/28 sm, foderata con carta da forno bagnata e poi strizzata. Infornate a 180° e lasciate cuocere per 35 minuti. Fate intiepidire la torta prima di toglierla dalla teglia. Decorate a piacere con lo zucchero a velo.
Margherita, è stato bellissimo!
Abbiamo cucinato e parlato di amicizia e di amiche come noi.
Una giornata da ricordare per sempre.
Grazie!!!!
Viviana