ELIZABETH GEORGE – L’arte di saper comunicare
ELIZABETH GEORGE
L’arte di saper comunicare
In questa raccolta di consigli di scrittura non poteva mancare una scrittrice come Elizabeth George, che non solo è una delle grandi Signore del Crime mondiale, ma è appena uscita in libreria con un volume imprescindibile per chi vuole scrivere gialli, L’arte di costruire un romanzo, edito da Longanesi.
Premesso che conclude il volume consigliando a chiunque si accinga a scrivere un libro di trovare il proprio metodo personale, la scrittrice, in poco meno di trecento pagine, descrive il suo, con tanto di esempi ed esercizi.
La premessa della George è che per fare qualcosa di artistico bisogna prima conoscere i ferri del mestiere. Se non avesse saputo come si scolpiva la pietra, Michelangelo non avrebbe mai dato vita alla Pietà, stesso discorso per chi dipinge, per chi lavora il bronzo e via dicendo. E anche per chi ha intenzione di scrivere un libro. È bene tenere presente che conoscere la tecnica non significa limitare la propria creatività, bensì lasciarle la possibilità di esprimersi al meglio.
Vediamo quali sono a suo avviso i passaggi essenziali per scrivere una buona storia.
- Innanzitutto la ricerca dei luoghi dove ambientarla. Lei comincia dai libri, poi parte per recarsi sul posto senza idee preconcette. Qui la George si mette in cerca delle location che potrebbero entrare a far parte della sua storia. Luoghi suggestivi che evocano emozioni. Dopodiché li fotografa, nell’eventualità che quel determinato posto diventi la location di una o più scene del romanzo.
Consigliamo di leggere il libro, perché la scrittrice spiega dettagliatamente come riutilizzare le immagini, facendo degli esempi tratti dal suo romanzo La donna che vestiva di rosso.
- Se si ha la possibilità di visitare i luoghi in cui si vuole ambientare il romanzo , è un’occasione da non perdere perché si vivono sulla propria pelle le emozioni – visive, olfattive, acustiche – che quel luogo evoca.
Proprio per questo la George consiglia di iniziare con lo scrivere di posti che si conoscono e che si ha la possibilità di studiare.
- Quando si è sul luogo, si può parlare con le persone che vi abitano e da questo possono nascere idee per possibili personaggi che andranno ad arricchire la storia. Non solo, magari da una discussione può emergere come si possa uccidere una persona in quel determinato posto.
La George, ad esempio, avendo deciso di ambientare una storia in Cornovaglia, si incuriosì del fatto che in zona si praticavano il surf e l’arrampicata sulle scogliere. Racconta che allora decise di intervistare un surfista e uno scalatore, e da qui nacque l’idea di come far uccidere la vittima. Ma non datelo per scontato, per questo bisogna essere bravi intervistatori come lei! Vi rimandiamo al libro per scoprire come fece.
- A questo punto, afferma la George, chi scrive gialli, nella costruzione dei personaggi, deve porsi le fatidiche domande: chi è l’assassino? Chi è la vittima? E qual è il movente? Iniziando a rispondere, sorgono nuove domande che vanno a precisare sempre più i personaggi, fino a quando gli si potrà finalmente assegnare un nome.
- Un solo personaggio nasce con uno scopo ben definito: l’assassino.
- A mano a mano che si pongono le domande, il mondo si popola di personaggi che danno forma alla trama del romanzo .
- Oltre ai requisiti fisici, nella biografia del personaggio Elizabeth George consiglia di aggiungere di chi è il miglior amico, di chi il nemico, quale è la sua esigenza primaria, quale la sua patologia, solo per fare qualche esempio. Non tutto servirà per lo sviluppo del romanzo, ma di sicuro aiuterà lo scrittore a conoscere meglio i vari caratteri che mette in scena.
Il metodo della George è focalizzato sull’approfondimento, più si addentra nella materia che vuole raccontare, più puntualizza tutti i particolari, cercando di sfruttare al massimo le potenzialità drammatiche e delle location e dei personaggi.
Nel libro si sofferma poi sull’importanza del dialogo nelle sue molteplici funzioni, mostrando come è solo dall’analisi psicologica del personaggio che si determina il suo modo di parlare.
Non solo, bisogna accompagnare il dialogo con dei thad – termine coniato da lei – piccoli dettagli che aiutano lo scrittore a svelare lati nascosti dei personaggi. Per un approfondimento vi consigliamo di leggere il sesto capito del libro, dove l’autrice specifica i vari usi del thad.
E ancora. L’autrice mette a fuoco l’importanza della decisione del punto di vista attraverso cui si vuole raccontare la storia .
Una volta precisato il nucleo della trama, per espanderlo basterà rispondere alle seguenti domande: chi è morto, chi lo ha ucciso, perché, chi è coinvolto, chi investiga, dove è accaduto il tutto, quando e come.
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